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Da spettatore disinteressato (consapevole del
mutuo farsi del mondo e della coscienza, lontano
da pregiudizi concettuali e privo di abbandoni
emotivi), l'autore lascia accadere davanti al
lettore la mobile molteplicità delle cose,
portando su tutto quell'attitudine riflessiva che
vive fra le righe in un'unità tanto intima da
sembrare invisibile. È lo sguardo assorto, ma
sempre benevolo, a dare unitarietà
all'operazione poetica che nel suo svolgersi lo
conduce - se non alla quiete - verso la
conciliazione: meditata accettazione
dell'imperfezione dell'esistere. Atteggiamento
filosofico per eccellenza in cui si può
rintracciare una sorta di amor fati che, privato di
ogni disegno provvidenziale di tipo stoico, dice
sí alla vita e colloca la ragione nel gioco delle
circostanze e nel cammino della storia. Ragione
che - cosí sottratta a qualsiasi riferimento
assoluto e alla rigidità di ogni dogma - può
trovare il suo senso nei colori delle primavere,
nel profilo dei paesaggi, nelle forme delle
persone amate, nelle parole dei libri e nelle note
della musica (dalla prefazione di Giovanna Miglio).
Giuseppe Ciri
La Nazione (Lucca) 09.05.2018 Giuseppe Ciri presenta "Guardo pensoso"
Il Tirreno (Lucca) 08.05.2018 Giuseppe Ciri presenta "Guardo Pensoso"
Il Tirreno (Lucca) 08.05.2018 "Guardo pensoso", la nuova raccolta di Giuseppe Ciri
Lucca
09.05.2018
Casermetta Santa Maria
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